Iniziative 2015 del Centro CLE dell’Abbazia del Goleto
Il Centro CLE dell’Abbazia del Goleto è stato inaugurato il 16 maggio del 2015 con il seguente convegno internazionale: Abbazie e monasteri nel Medioevo: politica, economia, cultura. Di esso sono in fase di elaborazione gli atti, che saranno pubblicati con il finanziamento del Comune di Sant’Angelo dei Lombardi.
Per il mese di ottobre è in via di organizzazione un secondo convegno internazionale sul tema: Dal paganesimo al cristianesimo: culti e cultura. Dallo stesso mese dovrebbero, inoltre, partire un corso di formazione di giovani laureati in discipline umanistiche e l’attività di seguito riportata:
Alla ricerca della storia perduta
(Inchiesta sul sapere della vita attraverso i saperi della fede e della scienza)
Motivazioni e obiettivi
Il progetto ha come obiettivo generale quello di contribuire, attraverso sollecitazioni intellettuali, al recupero, nella continuità, della civiltà dell’umanesimo (non già alla costruzione di un nuovo umanesimo), una civiltà dell’umanesimo adeguata a sostenere e dare senso alla società globalizzata, partendo dall’indispensabile confronto con il passato (antico, medievale o moderno che sia) nelle sue varie manifestazioni. E’ un impegno irrinunciabile pur se molto arduo, anche perché tale obiettivo comporta la riconquista della storia come categoria (logica, teologica, etica, politica, dialettica, epistemologica, oltre che genericamente culturale) fondamentale nella vita soggettiva e sociale, proprio nel mentre si va, consapevolmente o inconsapevolmente, verso la sua distruzione. Ed è paradossale, ma vero, che la distruzione della storia si traduce o in improbabili fuorvianti utopie o in totali adattamenti alla palude, che in ogni caso sono stati e continuano ad essere i presupposti di totalitarismi di qualsiasi natura.
Ma il nostro rapporto con il passato, soprattutto l’antico, non è in termini di valori da ripristinare o salvaguardare, bensì di domande essenziali poste e di risposte date, che sono ancora le domande che oggi dovremmo porci e le risposte che dovremmo cercare, per continuare ad essere i protagonisti della nostra vita singola e collettiva, senza affidare a nessun altro la funzione di far domande e dare risposte, come sempre più diffusamente si registra. Rivitalizzare la civiltà dell’umanesimo vuol dire continuare, appunto, a non dimenticare il passato per non dimenticare il futuro.
Ecco tre significative opinioni sulla questione:
1) J. Baldwin (da La prossima scoperta il fuoco): Fino a quando rifiuteremo di accettare il nostro passato, in nessun posto, in nessun continente, avremo un futuro davanti a noi. Ma accettare il proprio passato è cosa diversa che immergersi dentro; accettarlo significa imparare a trarne profitto. Un passato immaginario, inventato, non darà mai alcun profitto: sotto l’incalzare dei fatti della vita esso si spaccherà e si sgretolerà al sole come argilla nella stagione arida… Abbi coscienza delle tue origini: se conosci le tue origini, allora non ci saranno limiti oltre i quali tu non possa spingerti.
2) I. Calvino (da Perché leggere i classici): La memoria conta veramente, per gli individui le collettività le civiltà, solo se si tiene insieme l’impronta del passato e il progetto del futuro, si permette di fare senza dimenticare quel che si voleva fare, di diventare senza smettere di essere, di essere senza smettere di diventare.
3) E. Morin (da intervista a SOLE 24 Ore del 15.4.2012: Per un umanesimo planetario): Occorre oggi restituire un posto importantissimo alla storia, estendendola in una prospettiva bio-antropologica anche alla preistoria umana, che è una storia anch’essa, una storia di milioni di anni; estendendola alla storia transnazionale, europea e mondiale, e prendendo in considerazione gli ordini, i disordini, le organizzazioni che si combinano, si mescolano nel corso dei tempi.
Quindi, un recupero per problemi: alcuni di questi lucidamente individuati dall’Onians, in Le origini del pensiero europeo, opera edita in Italia da Adelphi,: Qual è la natura della mente, quali i suoi processi? Che cos’è l’anima? Qual è la natura della vita? Che cosa succede con la morte, e dopo? Che cosa significano il corpo e le sue varie parti per l’uomo, gli animali, le piante? Qual è la struttura del mondo, come ha avuto origine? Quali forze determinano il destino degli uomini, e in che modo? Che cosa sono gli universali? Che cos’è il tempo? A questi conviene aggiungere quelle ricordate dall’ illustre antichista Antonio La Penna in un saggio alquanto recente, intitolato Noi e l’antico: Quali i rapporti fra l’individuo, la persona e lo Stato? Che cosa è la libertà politica? Che cosa la libertà morale? Che cosa la democrazia? Quali i rapporti fra la scienza disinteressata e la prassi? Quali i rapporti fra la scienza pura e l’applicazione tecnica?
Domande queste che stiamo perdendo l’esigenza di porci, perdendo di conseguenza quella di cercare risposte. E’ un meccanismo di vita mentale, morale e sociale che occorre riattivare in qualsiasi ambiente di lavoro, innanzitutto in quelli della formazione primaria, secondaria e superiore, ma anche in tutti gli altri in cui i giovani vengono preparati a svolgere professioni varie ovvero a migliorare la propria struttura culturale.
Non la norma ma il germe, o se volete, il DNA del fieri abbiamo bisogno di far rifluire nelle vene della nostra società, della storia di oggi, perché continui ad essere storia.
Humanitas, dunque come veritas, patet in aeternum, affermava il grande e tormentato Seneca. Non possiamo, in ogni caso, rinunciare a cercare, ci fa bene in ogni caso continuare a cercare. Tali domande sono radicate nel pensiero e nella stessa vita quotidiana dell’uomo e della società umana, nel mestiere di vivere, come diceva il Pavese. Non possiamo, tanto più che il nostro tempo presenta connotazioni molteplici di credo religioso e laico, di prospettive economiche e sociali, di bisogni e aspettative, insomma un variegato e non sempre componibile contesto di ritrovamento e collocamento, con una crescente disabitudine alla spiegazione dei perché. Il terzo millennio impone ricezioni nuove e nuove attualizzazioni del patrimonio culturale che ci è stato trasmesso; impone che l’epistemologia della vita e quella della storia siano costantemente praticate e sollecitate, soprattutto in quegli ambiti di formazione ai quali affidiamo il testimone per il futuro, la scuola e l’università. “Ogni epoca, per trovare identità e forza, ha inventato un’idea diversa di ‘classico’. Così il ‘classico’ riguarda non solo il passato ma il presente e una visione del futuro. Per dar forma al mondo di domani è necessario ripensare le nostre radici” (S. Settis, Futuro del “classico”). Ma per classico non intendiamo solo un circoscritto settore di produzione culturale, cioè la civiltà greca e quella latina (dalle quali in ogni caso bisogna partire), bensì quella nozione che si rileva dalla bellissima opera calviniana Perché leggere i classici. Insomma, tutto ciò che in fatto di riflessione filosofica, storica, produzione artistica (letteratura, arti figurative, musica, ecc.), ricerca scientifica di varia natura, ricerca linguistica e antropologica, sistemi politici ed economici, ecc., hanno caratterizzato le varie epoche che hanno preceduto quella in cui viviamo. Classico, insomma, come humanitas, un’araba fenice salvifica che perennemente muore e rinasce.
Sulla base delle domande surriportate (Onians e La Penna), delle premesse ricavate da Baldwin, da Calvino e da Morin, nonché delle brevi considerazioni svolte, largamente condivise e discusse nella migliore produzione culturale europea e mondiale, il CLE intende organizzare un percorso di incontri-confronti tematici durante i quali verranno coinvolti di volta in volta, a seconda dell’argomento, esperti provenienti dai seguenti settori della ricerca: linguistica, letteratura, arte, archeologia, musica, danza, spettacolo teatrale e cinematografico, filosofia, teologia, storiografia, politologia, diritto, economia, comunicazione, psicologia, pedagogia, sociologia, antropologia, medicina, fisica, matematica, scienze della terra, astronomia, nuove tecnologie. Dopo la comunicazione dell’esperto seguirà il dibattito.
INCONTRI INTRODUTTIVI
- Introduzione: Humanitas, come veritas, patet in aeternum
- Non dimenticare il passato per non dimenticare il futuro
- Come accettare il passato
- La memoria e il progetto del futuro
- Diventare senza smettere di essere, essere senza smettere di diventare
DIALOGHI
- Qual è la natura della mente e i suoi processi?
- Che cos’è l’anima?
- Qual è la natura della vita?
- Che cosa succede con la morte, e dopo?
- Che cosa significano il corpo e le sue varie parti per l’uomo, gli animali e le piante?
- Qual è la struttura del mondo e quale la sua origine?
- Quali forze determinano la sorte degli uomini, e in che modo?
- Cosa sono gli universali?
- Che cos’è il tempo?
- Che cos’è la bellezza?
- Come e dove cercare la felicità?
- Quali sono i rapporti fra l’individuo, la persona e lo Stato?
- Che cosa è la libertà politica?
- Che cosa è la libertà morale?
- Che cosa è la democrazia?
- Quali sono i rapporti fra la teoria e la prassi?
- Quali sono i rapporti fra la scienza pura e l’applicazione tecnica?
Romualdo Marandino
Presidente Nazionale del CLE